domenica 13 novembre 2011

Luigi Dinardo-Non aver paura di essere diverso

Ecco a voi il terzo capitolo del mio romanzo. Buona lettura!

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Segreto svelato

Mi ero innamorato di Marcello, un ragazzo della mia classe buono e gentile. Adoravo quel suo modo di fare così riservato ma efficace. E poi ogni volta che fissavo la sua bella bocca carnosa immaginavo i nostri corpi immersi in un turbinio di piacere mentre le sue tenere ma forti labbra assaporavano le mie. Sognavo troppo, dovevo smetterla. In genere mi sono sempre piaciuti i bastardi come Alessandro, ma lui era diverso. Ogni volta che lo vedevo il mio cuore batteva forte all’impazzata, come mai mi era successo prima. Naturalmente, essendo timido, brutto e grasso, sapevo di non avere nessuna possibilità, mi misi l’anima in pace, anche se comunque non smettevo mai di sognare e fantasticare su di lui, su di noi. Anche se sapevo che non sarebbe mai stato mio, avevo qualcosa di bello nella mia testa che mi dava la forza per guardare avanti, per avere il sorriso sulle labbra, anche quando non c’era nulla per la quale valesse la pena essere contenti. Continuavo a guardare e riguardare quell’unica foto che ci ritraeva insieme durante una visita guidata a Castel del Monte, il castello ottagonale costruito per ordine di Federico II attorno al 1240 ad Andria. Tra l’altro è anche raffigurato sulla moneta da un centesimo di euro. Di quella giornata la nostra classe porta come ricordo una foto davanti al famoso castello. Io stavo al centro, e alla mia sinistra per puro caso c’era proprio lui, Marcello, sorridente mentre guardava nell’obiettivo.
A quei pochi che sono rimasti a leggere questa storia, dico che probabilmente voi siete rimasti un po’ turbati da tutte quelle “diversità” che mi contraddistinguono e molti di voi negherebbero nel dire che non sono omofobi nei confronti degli omosessuali. Beh, naturalmente c’è sempre l’eccezione, ma molti di voi dicono la cosa più giusta, quella che si dice facendo la parte dei moralisti lavandosi la coscienza, ma in realtà non è assolutamente così. Voi vi starete chiedendo da dove nasce tutta questa mia sicurezza e arroganza. Beh, preferisco di gran lunga la mia arroganza che le false moralità di molte altre persone che nei vari talk show televisivi dicono che non c’è nulla di male nell’essere gay, ma che poi quando scoprono di avere un figlio omosessuale lo cacciano di casa a calci nel sedere (per non essere maleducato non uso un'altra parola più esplicita).
Vorrei parlare a tutte queste persone e far loro un bel discorsetto. Come prima cosa omosessuale si nasce, non si diventa, almeno questa è la mia personale opinione ed esperienza a riguardo. Poi che fastidio diamo se amiamo persone del nostro stesso sesso? Che problema avete voi etero? Cosa vengo a togliere io e il mio compagno alla tua felice relazione etero? Penso che coloro che dicriminano gli omosessuali non guardano la questione sotto il profilo dell’amore, ma solo sotto quello del sesso. Non vorrei essere volgare ma loro immaginano un ragazzo che lo prende in quel posto da un altro ragazzo e allora si disgustano. Loro non pensano che un uomo possa essere innamorato di un altro uomo. Loro vedono solo quello che vogliono vedere. Rifletto spesso quando sento ragazzi umiliati, insultati, picchiati e uccisi solo perché sono gay (lo stesso discorso vale per le persone di colore). Non siete capaci di vivere la vostra vita lasciando in pace la nostra già difficile esistenza? Nessuno che ci da peso, ma la discriminazione basata sull’orientamento sessuale è la prima causa di suicidio dei ragazzi italiani. Tutto questo potrebbe essere evitato se le persone pensassero di più ai fatti propri invece di “apostrofare” l’omosessualità come una malattia, un virus, una catastrofe sociale, una vergogna per la famiglia. Purtroppo non c’è la corretta informazione. Poi negli ultimi tempi si è parlato molto spesso di Dico, Pacs e cavolate varie. Leggi buttate lì senza un vero progetto alle spalle al quale secondo me non credono nemmeno i politici. Certe cose i politici le fanno di nascosto, ma non le ammetterebbero mai in pubblico. Un politico gay o che va a trans sarebbe la vergogna per l’intero partito, soprattutto se di destra. Un politico beccato con le mani nel sacco non sarebbe più un politico perché la sua vita professionale sarebbe compromessa per sempre. Ed anche “grazie” a questi comportamenti che poi si sente parlare di tragedie come quella di Matteo, il ragazzo di Torino che si è tolto la vita perché i suoi compagni di scuola lo facevano sentire un diverso chiamandolo gay. Non so e sinceramente non m’interessa sapere se effettivamente Matteo fosse gay oppure no, ma mi chiedo come sia possibile che nel terzo millennio accadano ancora queste cose. Com’è possibile che il preside sapeva di questi comportamenti e non abbia mai fatto NULLA per risolvere la situazione prima che degenerasse? Sono semplicemente allibito. Se fosse stato per me, non avrei avuto pietà. Avrei sbattuto la preside per almeno dieci anni in cella facendola meditare su quello che ha fatto, anzi, su quello che non ha fatto. Invece ai compagni di scuola (chiamarli compagni mi sembra una parola sin troppo carina per quei giovani mostri) avrei come prima cosa vietato di frequentare la scuola a tempo indeterminato, poi li avrei costretti per qualche anno a fare lavori socialmente utili. So cosa ha provato quel povero ragazzo. Non l’ho ancora raccontato, ma so sin troppo bene cosa significa sentirsi diverso, sentirsi insultato, sentirsi estraneo, sentirsi solo. E non venite a raccontarmi che potete capire bene cosa può provare una persona omosessuale. Non potrete mai saperlo se non lo vivete in prima persona. Voi non sapete il dolore che proviamo ogni giorno in famiglia, a scuola, per strada, con gli amici. Voi non sapete l’inferno che sconvolge la vita di ogni adolescente quando scopre di essere “diverso” e non poterlo gridare al mondo. Voi non sapete cosa vuol dire avere un padre che ti dice <<mi fai schifo>>. Voi non sapete cosa vuol dire essere innamorati di un amico e avere paura di dirglielo. Voi non sapete cosa vuol dire avere gli occhi di tutti puntati su di te senza aver fatto nulla di male. No, voi non lo sapete.
Secondo me è anche la mentalità delle persone che è sbagliata. Spesso alcune persone per insultarne altre, usano parole come ricchione, frocio, finocchio, culattone. Il problema è che non sono insulti, anche se espressi in quella maniera. Certi termini danno solo il “giusto valore” alle persone che le pronunciano, ovvero zero.
Ricordo benissimo quella volta in cui stavamo pranzando e al telegiornale si stava parlando di una manifestazione sull’orgoglio omosessuale, il Gay Pride. Mio nonno disse questa frase:
<<Mamma mia che schifo, dove andremo a finire, ora si sposano uomini e uomini, donne e donne, ma che razza di mondo è questo?>>
Mia madre rispose dicendo:
<<Ai tempi nostri non c’era certa gente. Sarà stato il benessere che ha creato questi mostri.>>
Naturalmente non mi stupii più di tanto, però ebbi la consapevolezza di avere a che fare con una famiglia di deficienti, che a confronto Willy il Coyote è un premio nobel per l’intelligenza (con tutto il rispetto per Willy il Coyote). Sentire certi discorsi ignoranti come quelli di mia madre sul dire che lo sviluppo della società è la causa della creazione di questi “mostri”, beh rido per non piangere. Mi fa davvero pena.
Ci sono alcuni che mi fanno davvero arrabbiare quando cercano di giustificare certe parole e certe persone dicendo frasi come questa:
<<Loro hanno una mentalità antica, bisogna capirli.>>
Capirli? Perché? Ma per piacere! E poi cosa significa “mentalità antica”? Non mi venite a dare giustificazioni fasulle. Siamo tutti esseri pensanti e tutti sappiamo cosa è giusto e cosa non lo è. Non è come essere di un partito piuttosto che di un altro. Tutti sanno che omosessuali si nasce e non si diventa, ma anche se non fosse così, non vedo dove stia il problema. La verità è che queste persone non bisogna giustificarle dicendo “mentalità all’antica”, la verità è che queste persone sono razziste e/o omofobe. L’essere umano ha bisogno di mettere sotto pressione le varie minoranze, non ne può fare a meno. Molti di noi vivono delle vite grigie e quando capita, cerchiamo di mettere il nostro prossimo in difficoltà. Sono poche le persone che non sono invidiose della felicità altrui. L’essere umano è una macchina tanto affascinante quanto imperfetta.
Ogni tanto mi viene da pensare al mondo che ci circonda. Ragazzi che picchiano un disabile, ragazza uccisa da un colpo d’ombrello in un occhio. Ma che razza di mondo è mai questo?! Sarei contento nel dire <<ho sbagliato>> per quanto riguarda l’esistenza di Dio, sarei contento di vedere un mondo felice e in pace, ma credo che le mie domande e i miei dubbi non avranno mai una risposta. Quanto dolore e quanta malvagità c’è in questo mondo? Direi tanta, sicuramente troppa.

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